Borderline Sicilia Onlus esprime preoccupazione per la
situazione creatasi con i sempre più frequenti sbarchi sulle coste del
siracusano e la condizione dell’accoglienza destinata ai migranti. La
preoccupazione emerge in particolar modo con riferimento all’Umberto I di
Siracusa, in cui vengono collocati i migranti che
sbarcano sulle coste della provincia, che è stata oggetto della visita della
parlamentare Sofia Amoddio avvenuta ieri, 7 luglio.
Dalle informazioni reperite dalla nostra redazione nei giorni scorsi, i minori, tutti di origine
egiziana, sarebbero stati controllati “a vista”, trattenuti in una stanza del centro, piantonati
dalle forze di polizia.
Secondo la versione ufficiale riferita dagli operatori di
Praesidium, i minori vengano tenuti in ristrettezza “solo il tempo
necessario alle operazioni di rimpatrio degli adulti egiziani” al fine di
scongiurare contatti pericolosi fra adulti e ragazzi. Tale pratica non
durerebbe in media più di 48 ore.
La necessità della separazione fra adulti e minori,
condizione ordinariamente richiesta in ogni caso in cui si tratti di tutelare
soggetti minorenni, è divenuta una necessità della prefettura a seguito della
segnalazione fatta pervenire a fine giugno scorso da Save The Children al
ministero dell’Interno e alla Prefettura di Siracusa sotto forma di diffida.
L’organizzazione a tutela dell’infanzia infatti aveva raccolto dagli stessi
minori testimonianze di violenze perpetrate in loro danno dalla popolazione
adulta presente all’Umberto I.
Ma la circostanza che i minori che hanno transitato per
l’Umberto I abbiano trascorso reclusi in una stanza un periodo anche maggiore
di 48 ore è stato confermata dalle associazioni impegnate nella tutela dei migranti sul territorio, che hanno riferito in particolare di un grave episodio in cui circa 10 minori sarebbero rimasti rinchiusi nella stanza per circa una settimana, per poi essere lasciati a contatto con gli adulti ospiti del centro per i due mesi successivi. Molti di questi giovani Egiziani si sarebbero poi allontanati disperdendosi sul territorio
nazionale.
Inoltre, nonostante siano partite in tempi abbastanza rapidi
le comunicazioni alle competenti autorità, il giudice tutelare di Siracusa ad
oggi non ha provveduto all’apertura delle relative tutele.
Appare pertanto chiaro che la gestione dello smistamento e
dell’accoglienza dei migranti, ed in particolare dei minori stranieri non
accompagnati, è portata avanti con soluzioni che non rispettano i diritti umani
e violano in toto la normativa sull’accoglienza, in termini di standard
e sicurezza, nonostante la cd. Emergenza Nord Africa, con la quale il governo
italiano aveva messo a punto delle procedure straordinarie in deroga alla
legislazione vigente in nome di un’emergenza, sia cessata lo scorso 31 dicembre
2012.