giovedì 8 agosto 2013

Senza sosta gli arrivi sulle coste della Sicilia orientale. Risolto il caso Salamis

Risale al 5 agosto scorso la notizia dell'arrivo di 51 migranti, di origine eritrea ed un uomo di nazionalità somala, avvenuto presso Porto Palo di Capopassero (Sr), Presenti anche 10 minori accertatati; al vaglio la presenza di altri non accompagnati.

Nella medesima giornata anche 90 persone sono giunte presso Pozzallo (Rg). La maggior parte dei migranti è  risultata essere di nazionalità somala. Fra loro un nucleo familiare, 16 minori non accompagnati, 4 persone provenienti dal Mali ed uno dal Senegal.

Un altro arrivo si è registrato nella notte tra il 6 ed il 7 agosto sulla costa di Siracusa. L’imbarcazione, intercettata dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, sarebbe stata condotta presso il Porto Grande di Siracusa. A bordo 64 migranti di origine siriana ed egiziana. Tra loro 11 minori siriani e 11 minori non accompagnati di nazionalità egiziana.

Nei giorni scorsi sono stati fatti sbarcare a Siracusa anche i 102 migranti  salvati a largo delle coste libiche dal mercantile Salamis, battente bandiera liberiana. Dopo le vicende che hanno portato la nave a una sosta obbligata di 3 giorni dinnanzi alle acque territoriali della Valletta (Malta), il capitano del mercantile si è diretto in Italia, a Siracusa. All’arrivo presso il porto, i migranti sono stati trasbordati e condotti presso la banchina dove li attendeva una delegazione della Croce Rossa, e poi trasferiti presso la struttura di prima accoglienza dell’Umberto I. Dai controlli medici i migranti sono risultati essere in buone condizioni fisiche. Tra i 102 di origine eritrea e sudanese erano presenti 20 donne, di cui 4 in avanzato stato di gravidanza, un bambino di appena 5 mesi ed 81 uomini. Le autorità stanno procedendo alla verifica dei sedicenti minori non accompagnati.
Dopo giorni di tribolazione, sembrano scongiurate le preoccupazioni per le sorti del comandante della nave che ha salvato 102 migranti su una imbarcazione di fortuna in avaria. Il comandante è stato sottoposto agli accertamenti di rito, ma si esclude la possibilità che venga inquisito per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si era infatti inizialmente temuto che il caso Salamis potesse doppiare il precedente caso Cap Anamur avvenuto nel 2004.
Per fortuna nella vicenda della Salamis, è stato riconosciuto il potere/dovere del comandante di una nave di individuare il porto più vicino e più sicuro dove portare in salvo i naufraghi.
Nei giorni scorsi il comandante si era rifiutato, al momento del recupero dei 102 migranti, di riportarli sulle coste libiche dalle quali erano partiti, dirigendosi verso Malta, dove gli è stato negato l'ingresso. Concedendo l’autorizzazione a condurre i migranti in Sicilia, l'Italia ha finalmente fornito un buon esempio di rispetto del diritto internazionale del mare e dei trattati sui diritti umani.

La Redazione di Borderline Sicilia Onlus