lunedì 28 ottobre 2013

Sovraffollamento al CSPA di Lampedusa. Minori in affido a famiglie dell'isola

Ancora alto il numero di migranti al centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove fino a ieri erano ospitate poco più di 650 persone. Procedono al rilento invece le operazioni di trasferimento; circa una cinquantina i migranti trasferiti ieri mattina con la nave per Porto Empedocle. Si tratta di adulti e nuclei familiari di diverse nazionalità: Siriani, Eritrei, Nigeriani, Senegalesi, per la maggior parte destinati, stando a quanto riferito dagli operatori di Praesidium, al Centro di accoglienza di Castelvetrano.

Rimasti sull’isola anche alcuni minori non accompagnati per i quali diverse famiglie lampedusane chiedono un affido temporaneo, sostenuti dall’associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini, presente sull’isola per collaborare in materia con l’amministrazione comunale. Tra l’associazione e il Comune è stato infatti firmato un accordo, reso immediatamente operativo da una delibera comunale del 24.10.13, in base al quale l’organizzazione si occuperà di sostenere a proprie spese e in collaborazione con il servizio sociale locale, un servizio di “affido etero-familiare”, per il quale sono previste attività di formazione allle famiglie che hanno dato disponibilità.
 Sull’argomento lancia però un monito il nuovo parroco della comunità, Don Mimmo, che esorta a invertire i termini della questione: non sono le famiglie ad avere il diritto ad adottare un bambino, ma al contrario sono i bambini che hanno il diritto di avere una famiglia. Il parroco sottolinea cioè che non ci si può improvvisare genitori di bambini con culture, tradizioni e lingue diverse i quali, peraltro, fuggono da guerre e violenze. Ecco perché, oltre all’iniziativa del comune, il parroco esorta i cittadini a prendere parte all’incontro organizzato dagli psicologi volontari dell’ordine di Malta (CISOM) sulle reazioni psicologiche agli eventi stressanti, che si terrà domani martedì 29 ottobre con l’obiettivo di fornire indicazioni su come gestire esperienze destabilizzanti e situazioni ad alta emotività. La parrocchia si sta inoltre impegnando in alcune forme di integrazione, come il coinvolgimento nel coro della chiesa di giovani eritrei cristiani ospiti nel centro dell’isola.

L’integrazione della popolazione eritrea è di fatto agevolata, rispetto agli altri migranti, da fattori di ordine storico-culturale oltre che religioso; come riconoscono alcuni giovani Eritrei incontrati per le vie di Lampedusa, la presenza italiana durante la colonizzazione del loro paese ha lasciato tanti segni tangibili, a livello culturale, linguistico e sociale. Non solo nelle grandi città, gli edifici pubblici e molti edifici privati, nonché infrastrutture e vie di comunicazione sono di costruzione italiana e dell’Italia ricordano lo stile architettonico, tanto da far attribuire ad Asmara l’appellativo di “piccola Roma”. Nel raccontare di sé, si divertono nel far notare la presenza di numerosissimi italianismi nella loro lingua e parlano della loro condivisione storica con l’Italia con una fierezza che sorprende, soprattutto quando affermano: “Eritrea and Italy… the same!”. Ci tengono a sottolineare la differenza con la presenza dei Britannici, sotto i quali l’Eritrea venne annessa all’Etiopia, a differenza della libertà che le garantì l’Italia. Se per le strade di Lampedusa si notano principalmente Eritrei è perché, concludono, loro ci conoscono, a differenza degli Africani occidentali, più diffidenti e quindi più restii ad uscire dal centro.

Nel CSPA dell’isola la gestione non è semplice; il sovraffollamento degli ultimi giorni non consente una sistemazione adeguata degli ospiti, molti dei quali sono costretti a condividere spazi ristretti, se non a dormire direttamente fuori su materassi riposti sotto gli alberi. Ma proprio nel centro di accoglienza è atteso per domani martedì 29, parallelamente all’incontro degli operatori del CISOM, il sottosegretario agli interni Domenico Manzione in visita a Lampedusa.
Presso i moli dell’isola, nonostante le condizioni climatiche ottimali, non si registrano sbarchi negli ultimi tre giorni, probabilmente per l’efficacia dell’operazione Mare Nostrum, verso cui non sono però assenti alcune critiche. Si lamenta in particolare l’impossibilità delle organizzazioni umanitarie a prendere parte al progetto, quanto meno per presenziare alle procedure di riconoscimento condotte, all’interno delle navi militari, spesso contro la volontà dei profughi stessi, conformemente al famigerato regolamento di Dublino.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus