mercoledì 26 febbraio 2014

Minori stranieri non accompagnati al palazzetto dello sport di Augusta

“Non li fate uscire ma non li fermate… una tipica soluzione italica” questo lo sfogo di un carabiniere in servizio al cancello d’ingresso del Palajonio di Augusta, ennesimo imbarazzante “centro di accoglienza” temporaneo per minori stranieri non accompagnati.
Mercoledì scorso ci siamo recati presso la struttura e sebbene non ci sia stato concesso di entrare abbiamo potuto notare una serie di criticità.


 
L'esterno del PalaJonio ad Augusta





Al momento della visita erano circa 120 i minori accolti al palazzetto dello sport, poco più della metà proveniva dagli 817 migranti condotti, il 18 febbraio, al Porto di Augusta dalla Nave anfibia San Giusto nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. La restante metà invece attendeva addirittura dal 7 febbraio scorso il trasferimento presso centri adeguati all’accoglienza di minori. 
Nelle due ore trascorse di fronte al palazzetto abbiamo compreso le ragioni per cui lungo la statale 114 Orientale Sicula, che collega Augusta a Siracusa, avevamo notato un numero considerevole di volanti della polizia ed almeno tre posti di controllo. A differenza di quanto affermato dal carabiniere sopracitato, il dispiego delle forze di polizia era volto a rintracciare i numerosi minori scappati dal Palazzetto dello Sport. Abbiamo assistito, infatti, al rientro di tre minori a bordo di una volante della polizia seguita, a piedi, da altri due minori rintracciati nei dintorni del Palasport. Inoltre, diversi ragazzi di Augusta ci hanno raccontato di aver visto nei giorni precedenti numerosi migranti nei posti più impensabili (dalle strade di campagna al tratto autostradale Siracusa-Rosolini). Anche i ragazzi del luogo desideravano entrare al Palajonio ma per ragioni evidentemente diverse dalle nostre, volevano giocare a calcetto in attesa di assisterealla partita di Coppa Italia Villa Passanisi – Catania in programma nel tardo pomeriggio. Già perché nonostante la presenza dei minori all’interno della struttura le attività, seppur a regime ridotto, proseguono e abbiamo appreso che durante le partite di calcetto i minori vengono accolti nelle tribune, trattamento speciale riservato agli “ospiti”, mentre le loro brandine vengono rimosse per consentire lo svolgimento delle gare.

Ieri sera abbiamo appreso la notizia che circa la metà dei minori è stata finalmente trasferita presso comunità idonee all’accoglienza dei minori non accompagnati, alcune in Sicilia (Priolo http://siciliamigranti.blogspot.it/2013/09/aggiornamenti-dal-centro-di-accoglienza.html ) ed altre fra le Marche e la Puglia. Non sono a disposizione dati certi sulle liste degli “ospiti” attualmente presenti  (dato che diversi minori, come detto poco sopra, si sono allontanati dalla struttura) ma ciò che è certo è che fra i minori stranieri non accompagnati accolti attualmente nella struttura ve ne siano ancora alcuni del gruppo del 7 febbraio scorso.
E’ tanto palese quanto grave che il Palajonionon sia una struttura idonea all’accoglienza per nessun individuo, sia esso adulto o minore, ancor di più se tale accoglienza si protrae oltre le due settimane. Riteniamo tale condizione inaccettabile ancor di più alla luce delle recenti modalità di arrivo dei migranti in Sicilia. Diversamente da quanto accadeva in passato, oggi, con l’operazione Mare Nostrum, i migranti soccorsi vengono condotti sulla terraferma dopo diversi giorni dal salvataggio e ciò dovrebbe consentire quantomeno un’organizzazione dell’accoglienza. L’utilizzo del Palajonio per l’accoglienza dei minori o della tendopoli nel campo da baseball del Palanebiolodi Messina, oggi di nuovo stracolma, dimostra invece come l’accoglienza in Sicilia sia sempre più caotica, improvvisata e naturalmente emergenziale.

Elio Tozzi
Borderline Sicilia

La tendopoli al PalaNebiolo di Messina