mercoledì 4 giugno 2014

Caltanissetta: ritornano gli accampamenti

Foto di Giovanna Vaccaro
A quanto pare il grande blitz dello scorso marzo e il successivo sgombero dell'accampamento del pala Cannizzaro hanno sortito un effetto solo temporaneo. Del resto, non c’è da stupirsi che non si trovi mai una  reale soluzione nel contesto di un sistema, come quello italiano, al collasso perché gestito da 20 anni in maniera emergenziale.
Così tornano gli accampamenti di chi vive nell’attesa: attesa di essere identificati per poter presentare richiesta di asilo, attesa del permesso di soggiorno, attesa di essere segnalati ,attesa dei tempi del ricorso. E intanto si vive in tende, senza luce acqua e gas…e con il caldo asfissiante in arrivo.

Sono in tutto tre gli accampamenti, suddivisi per nazionalità che si trovano sotto il ponte di fronte al centro governativo di Pian del Lago. Noi vi abbiamo fatto visita domenica scorsa.
Uno di questi accampamenti è abitato da richiedenti asilo di origine afghana ed è costituito da diverse tende di piccole dimensioni nelle quali vive al momento un totale di 25 persone: 20 di queste sono in attesa di entrare al centro di Pian del Lago da circa un mese, mentre le altre 5 aspettano da altrettanto tempo di ricevere il rinnovo del loro permesso di soggiorno.
L’accampamento più numeroso è quello abitato da richiedenti asilo di origine pakistana. Vivono tutti in un unico tendono dove sono ammassati materassi o stuoie per terra. Sono in totale 28, dei quali 18 sono già stati foto-segnalati più di un mese fa e attendono di entrare nel CARA di Caltanissetta;  Altri 10 persone attendono da quasi due settimane di essere identificate, in quanto ci hanno raccontato che recatisi in questura hanno ottenuto solo l’iscrizione del loro nome su una lista di attesa. Sembra dunque sia tornata in voga la prassi segnalata mesi addietro. E’ forse un modo della questura per temporeggiare in assenza di posti per l’accoglienza? Di certo non conviene insistere per entrare a Pian del Lago, perché, al di là delle condizioni disumane in cui si vive nel Cara, ora si rischia di ricevere “accoglienza " direttamente nel Cie di Caltanissetta!
Questo è quanto è successo a 20 richiedenti asilo, sbarcati a Siracusa lo scorso gennaio e
Foto di Giovanna Vaccaro
“accolti” presso il Cie, per mancanza di posti al Cara. Quattro di questi si trovano attualmente a vivere nell’accampamento perché, a differenza degli altri 16 a cui è stata riconosciuta la protezione umanitaria, loro hanno ricevuto il diniego della Commissione territoriale. Ci hanno raccontato che al momento dell’ingresso nel Cie è stato spiegato loro che, sebbene si trattasse di un centro di identificazione ed espulsione, loro erano stati accolti lì solo per mancanza di posti in altre strutture, ma che “in cambio” l’audizione in Commissione territoriale sarebbe stata assicurata in tempi brevi. Ed infatti, l’intervista è arrivata dopo appena 4 mesi di detenzione presso il Cie, ma il parere della Commissione è stato negativo. Dopo il diniego è stato consigliato loro un avvocato direttamente dai referenti del servizio legale di Pian del Lago per presentare ricorso e, ora, nell’attesa della prima udienza, della quale non conoscono la data, avendo perso il diritto all’accoglienza si trovano sotto un ponte.
In questo accampamento abitato alcuni giovani ragazzi (dai 18 ai 25 anni) di origine africana provenienti dal Gambia, Mali, Senegal e Sierra Leone. Tre di loro hanno ricevuto il riconoscimento della protezione umanitaria, ma attendono da più di un mese il rilascio del loro permesso di soggiorno. L'appuntamento per il ritiro è stato dapprima fissato per lo scorso 21 maggio, poi rinviato al 10 giugno e poi ancora al prossimo 25 giugno. Uno di loro ci ha mostrato il bigliettino per il ritiro del titolo di soggiorno: leggiamo 9 luglio!

Giovanna Vaccaro

Borderline Sicilia Onlus