sabato 23 agosto 2014

Mentre i migranti di Ispica marciano in protesta verso Modica, i ragazzi di Pozzallo si preparano a nuovi spostamenti

E’ di mercoledì scorso la notizia che alcuni migranti, di età compresa fra i 14 e i 17 anni, hanno marciato sotto il sole cocente del pomeriggio dal centro di Ispica al polo commerciale di Modica, percorrendo a piedi la trafficata strada statale. Parecchi automobilisti di passaggio hanno notato l’insolito corteo, scortato ad un certo punto dalle Forze dell’ordine, che invitavano a proseguire i pochi fermatisi per avere informazioni per fare scorrere la circolazione.
Questi ragazzi, 22 in tutto, non sono i primi ad attivare una protesta del genere. Per le strade e nelle cittadine rendono visibile la loro presenza ereclamano i loro diritti, nonostante la maggior parte di essi, soprattutto i minori che dovrebbero seguire un iter di tutela ben preciso, siano trasferiti frequentemente da un centro all’altro. E infatti, nei giorni scorsi, 8 di loro sono stati ritrasferiti presso la struttura di Augusta, mentre gli altri nel centro per minori di Priolo.

A pochi chilometri da Ispica, continuano gli spostamenti dei minori migranti anche nel comune di Pozzallo. Come ormai da prassi, anche dopo lo sbarco della sera di Ferragosto, dal CSPA vicino al porto alcuni minori sono stati temporaneamente alloggiati nella struttura centrale di piazza San Pietro, operativa già da tempo. Visti i grandi numeri, questa volta molti sono stati sistemati anche al Palazzetto dello Sport e in un centro in contrada Scaro, nella zona periferica della città, sulla strada che conduce alle campagne in direzione di Ispica. I migranti presenti in queste strutture possono uscire liberamente e in molti ne approfittano per andare al mare  o girare la città. Intorno ai minori insediati in contrada Scaro è divampata però immediatamente la protesta di alcuni cittadini. Infatti, da come mi raccontano alcuni di loro, nei giorni scorsi, diversi proprietari di abitazioni vicine al centro di temporanea accoglienza, hanno accusato i migranti di vagare per la campagne e i giardini compiendo piccoli furti (a volte rubando mandorle o primizie dagli alberi) e di disturbare la quiete pubblica con le loro passeggiate serali nei dintorni, inspiegabilmente percepite come più moleste delle rumorose combriccole di turisti che hanno invaso le vie della città per il Ferragosto. Conseguentemente a ciò, ecco che i migranti vengono spostati dalla zona Scaro verso il Palazzetto dello Sport, dove stendono i loro materassi accanto ai coetanei che dormono lì ormai da giorni. “I ragazzi la mattina passeggiano sul lungomare, cercano un po’ di aria fresca, che dentro il palazzetto dormono tutti ammassati, in un unico spazio”, dicono alcuni cittadini pozzallesi che li incrociano vicino al centro e si interrogano sulle condizioni di questi giovanissimi.
Tutto  ciò in un luogo che per questi ragazzi è comunque sempre di transito, essendo Pozzallo la cittadina del primissimo approdo,i cui centri sono funzionali solo all’identificazione e alla ricerca di una collocazione adeguata per questi minori. Ma ecco che arriva la notizia di un nuovo spostamento all’interno del comune. L’amministrazione comunale pozzallese ha infatti da tempo pensato di riunire in un unico luogo i giovani migranti, lasciando libero anche la struttura di piazza San Pietro, ma la situazione ieri è sembrata quasi precipitare all’improvviso.
Incontro dei ragazzi ospitati nel centro in piazza già nel pomeriggio, mentre passeggiano per Modica, insieme agli operatori che li hanno portati per una visita alla città. Scambiamo tranquillamente le solite due chiacchiere, sulla loro gita, il caldo insopportabile, i turisti. Altri racconti mi aspettano invece qualche ora più tardi, quando scendo a Pozzallo e incrocio gli stessi ragazzi nei pressi del lungomare. “Ci hanno trasferito allo stadio” dice A.; “siamo tornati dalla gita e tutte le nostre cose erano già state portate dall’altra parte, e noi siamo stati fatti scendere lì con il pulmino”. Risalgo nei pressi di piazza san Pietro e altri migranti mi ripetono le stesse cose: “dobbiamo andare via, ci portano da un'altra parte”. Rimango esterrefatta davanti a queste affermazioni, mi sembra davvero assurdo un cambiamento così repentino e senza preavviso, ma parlando con altre persone del posto ritrovo gli stessi racconti. “I ragazzi dicono che hanno saputo del trasferimento solo una volta tornati da Modica. Stanotte alcuni di loro hanno deciso di dormire nei pressi della struttura di piazza San Pietro per protesta. Non vogliono finire in un grande capannone o allo stadio con altri mille, e hanno paura di non poter nemmeno più uscire liberamente una volta che entreranno in questa struttura”, mi riporta P., che ha parlato con alcuni minori del centro. “Noi non ci muoviamo da qui” mi dice A., indicando la piazza, diventata ormai punto di ritrovo per i migranti della città e spazio perfetto per improvvisare partite di calcio o biliardino. Resto sempre perplessa ma capisco anche che tanta ansia e possibili proiezioni distorte del futuro derivano dal sentirsi costantemente in bilico, appesi alle decisioni altrui, senza poter essere padroni di un proprio spazio e tempo. Decido comunque di ripassare l’indomani per seguire l’evolversi della vicenda, e stamattina rivedo i migranti nella piazzetta e al centro. Mi dicono che hanno passato la notte lì e forse saranno spostati prossimamente, ma hanno potuto parlare con l’amministrazione e sono stati tranquillizzati.
 Sembra evidente che l’idea di un nuovo trasferimento, in attesa di una collocazione definitiva in un centro dedicato a minori non accompagnati, porti nei ragazzi la sensazione di essere privati anche di quei piccoli spazi e quelle abitudini quotidiane che, seppure per brevissimo tempo, li aiutano a riacquistare dei punti fermi e stabili nella giornata. Per questo anche nell’emergenza, è sempre indispensabile tenere ben presente il passato e soprattutto il futuro di queste persone.

Lucia Borghi

Borderline Sicilia Onlus