domenica 24 agosto 2014

POZZALLO, NEL PORTO NUOVE VITE SPEZZATE SOTTO GLI OCCHI SPERANZOSI DEI SOPRAVVISSUTI

Alle quattro del pomeriggio il porto di Pozzallo è pronto per l’ennesimo sbarco della stagione estiva: i gazebo della Protezione Civile sono montati accanto alle ambulanze della Croce Rossa, non si contano le pettorine degli agenti della Polizia e le divise della Guardia di Finanza, sono presenti anche i medici e la mediatrice culturale di Medici Senza Frontiere e l’OIM  e Save the Children per Praesidium. Poco distanti dai pullman adibiti al trasferimento dei migranti, però, sono parcheggiati anche alcuni carri funebri. Ancora una volta, infatti, il Mar Mediterraneo ha raccolto le vite spezzate di uomini tanto disperati da accettare di partire su un gommone riempito fino all’ultimo pertugio, senza alcuna certezza del futuro.

Secondo le informazioni che riusciamo ad ottenere dal Comandante della nave Sirio della Marina Militare, Marco Bilardi, le vittime sarebbero questa volta 18 uomini provenienti dall’Africa sub sahariana, morti per un’intossicazione causata dall’inalazione di acqua mista a benzina, trovandosi nel fondo dell’imbarcazione più vicino al motore. Il  gommone, con uno dei tubolari completamente sgonfio e dunque impossibilitato nel proseguire il viaggio, è stato avvistato a 120 miglia a sud-est di Lampedusa alle 14,55 di ieri da un aereo della Marina italiana, dal quale sono state lanciate delle zattere auto-gonfiabili per il primo soccorso. Nel frattempo la nave Sirio si dirigeva sul luogo del ritrovamento, dove, a quanto riportano i migranti superstiti, sembrerebbe ci siano ancora 8 dispersi. Le condizioni dei sopravvissuti, inizialmente critiche, sono state velocemente stabilizzate grazie alla distribuzione di viveri, in particolare thé e acqua per rimediare allo stato di forte disidratazione. Sempre secondo quanto riferito dal Comandante Bilardi, un primo tentativo di identificazione dei cadaveri sarebbe avvenuto sulla nave, ma nessuno si è presentato come amico o parente delle vittime. L’ipotesi è dunque che si trattasse di un gruppo di migranti misti imbarcatisi singolarmente.
Nel frattempo le salme, nascoste all’interno della nave, vengono posizionate nelle bare e, dopo l’ispezione cadaverica a bordo e la benedizione di Don Michele Iacono, presente dal primo pomeriggio insieme al sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, portate nelle celle frigorifere della Protezione Civile, dove resteranno per alcuni giorni in attesa che i comuni limitrofi si rendano disponibili per la tumulazione, data l’assenza di posti al cimitero del paese, ormai al collasso. Anche il trasbordo delle salme è infatti ritardato dal numero esiguo di carri funebri a disposizione, che sono costretti a fare da spola tra il porto e il luogo adibito alla seconda ispezione bioptica. Tra i superstiti vengono portati subito all’ospedale di Modica un ragazzo con ustioni, un giovane intossicato da idrocarburi e due donne incinte.
Sulla nave Borsini, però, si contano altre 266 persone, di cui 193 recuperate durante un secondo intervento in mare nelle prime ore di questa mattina. Si tratta di due gommoni intercettati in un primo momento da due motovedette della Capitaneria di Porto italiana in acque della zona SAR (ricerca e soccorso) libica. Le motovedette avevano già a bordo alcuni migranti a cui si sono aggiunte le persone ritrovate sulle due nuove imbarcazioni di fortuna, per la precisione 90 sul primo e 103 sul secondo di questi due altri gommoni. Anche in questo caso si tratta prevalentemente di migranti originari dell’Africa sub sahariana e di somali. Tra di loro ci sono 32 donne, per la maggior parte somale ma pure originarie del Gambia e del Mali, e due sono incinte. Diversamente dagli ultimi sbarchi, questa volta non si registrano minori dichiarati. Le condizioni di salute sono, fortunatamente, abbastanza buone.
Alcuni volontari saliti a bordo dicono che i ragazzi sono stremati e confusi, alcuni non sanno nemmeno dire da dove sono partiti, se dalla Libia o da altrove; solo uno mostra una fasciatura al braccio, e dice di essersi ferito attraversando il Sahara.
I migranti, dopo il primo controllo medico a bordo della nave da parte del medico dell’ASP e di un medico che opera anche nel CPSA di Pozzallo, iniziano lentamente a scendere a terra verso le 19.30. E’ stata un attesa estenuante ma ci dicono necessaria per gli accertamenti sanitari previsti in questi casi. Possiamo scorgere i migranti solo dietro il cordone sanitario che oggi è stato istituito per la presenza ed il trasbordo delle salme. Subito i bus li portano nelle tende della Protezione Civile, a pochi metri dal luogo dello sbarco, dove sono i medici di MSF che effettuano un controllo sanitario più accurato. Da qui saranno poi condotti al CPSA di Pozzallo, svuotato questa mattina per fare posto dai migranti arrivati ieri e ora a Comiso, dove si contano 170 profughi. Una volta al centro di Pozzallo i migranti recuperati con il primo gommone ed i cadaveri saranno separati da quelli a bordo degli altri due. E continueranno a lottare per vivere in modo degno anche dopo questa tragedia.
Lucia Borghi e Beatrice Gornati
Borderline Sicilia Onlus