martedì 3 febbraio 2015

Newsletter SICILIAMIGRANTI - gennaio 2015

  • Il CPSA di Pozzallo sotto i riflettori: Chiuso e riaperto tra denunce, polemiche e controlli della Guardia di Finanza 
  • Minori migranti abbandonati a se’ stessi. Denunce e disinteresse al posto di una vera accoglienza
  • Non solo migranti ma persone: proteste per gli insostenibili tempo di attesa e un sistema che “allunga” i tempi per la commissione
  • Violenze e soprusi al CARA di Mineo. In tutta Italia centri sempre più inaccessibili alle associazioni
  • Ancora sbarchi a Lampedusa e nella Sicilia orientale. A Messina il bilancio di un anno difficile per la prima accoglienza
  • Osservatorio razzismo e xenofobia: esposti e raccolta firme contro l'accoglienza. Il caso di Augusta

 IL CPSA DI POZZALLO SOTTO I RIFLETTORI: CHIUSO E RIAPERTO TRA DENUNCE, POLEMICHE E CONTROLLI DELLA FINANZA 

L’anno nuovo si apre con le polemiche sulle condizioni disastrose all’interno del CPSA di Pozzallo. Mancanza di acqua calda, materassini putridi, operatori senza paga da mesi e il mancato rinnovo della convenzione.
L’inagibilità della struttura porta alla chiusura del centro il 7 gennaio. Nel frattempo la Guardia di Finanza si presenta a sorpresa per avviare indagini su sospetti casi di truffa e malversazione.
Intanto non cessano gli sbarchi.Un gruppo di migranti marocchini, destinatari di un provvedimento di espulsione poco dopo l’arrivo,vengono lasciati con il foglio di via alle porte del centro, invitati a raggiungere da soli l’aereoporto di Fiumicino.
A fine mese il CPSA riapre i battenti, con una proroga di gestione alla stessa cooperativa “Luoghi Comuni”, nell’attesa del nuovo bando per l’assegnazione triennale. Circa 70 migranti vengono trasferiti qui da altre strutture. Nella speranza che un CPSA non si trasformi da subito in un centro di lunga permanenza, come di solito è avvenuto in questi anni.

MINORI MIGRANTI ABBANDONATI A SE’ STESSI. DENUNCE E DISINTERESSE AL POSTO DI UNA VERA ACCOGLIENZA

E’ sempre più drammatica la situazione dei minori migranti non accompagnati. A Giarre, una violenta rissa tra gli ospiti del centro d’accoglienza gestito dalla Cooperativa “Ambiente e Benessere”, viene riportato da un video circolante in rete.
Un gruppo di ragazzi ospiti invece della nuova struttura “La Madonnina” di Mascalucia, decide di scendere a piedi fino alla Prefettura di Catania per far valere le proprie  richieste disattese dopo più di un mese: vestiti, possibilità di comunicare con i familiari e avvio della propria procedura con l’affidamento ad un tutore. Solo dopo settimane, grazie all’aiuto di alcuni attivisti, la Prefettura trova loro una nuova sistemazione. I responsabili de “La Madonnina” invece, rispondono denunciando i ragazzi e minacciando di farlo anche con chi li ha aiutati.
Intanto i media riportano i numeri dei ragazzi che si allontanano dopo lo sbarco, focalizzando il dibattito pubblico esclusivamente sulle questioni, legittime, riguardanti la loro sicurezza. In pochi però si soffermano sull’analisi e la possibilità di intervenire sulle diverse cause della loro fuga.

 NON SOLO MIGRANTI MA PERSONE: PROTESTE PER GLI INSOSTENIBILI TEMPI DI ATTESA E UN SISTEMA CHE “ALLUNGA” I TEMPI PER LA COMMISSIONE

Migranti che sfidano la paura e la disinformazione per chiedere il rispetto dei propri diritti. A Caltanissetta si sono succedute in un mese diverse proteste per gli interminabili tempi d’attesa della Commissione. I richiedenti, dinanzi all’arbitrarietà e disorganizzazione del sistema, chiedono il rispetto dei termini per svolgere l’audizione previsti dalla legge. Alcuni più fortunati sono sostenuti dalle autorità cittadine. Per altri che accedono ad una seconda accoglienza negli Sprar invece, spesso il rischio è quello di ripartire daccapo.
 L’equazione tra trasferimento e necessità di ricominciare da principio la procedura per i documenti, spaventa anche chi ha dovuto combattere per sopravvivere nei mesi della primissima accoglienza. Il caso di un gruppo di migranti trasferiti da Paestum a Siracusa.
Fortunatamente, nel vasto panorama dell’accoglienza, non mancano ancora gli esempi di chi, con grande fatica, lavora per una presa in carico responsabile dei migranti, con attenzione e valorizzazione dei loro diversi percorsi e necessità.Spendendosi per una loro integrazione sul territorio che rende più concreto e vicino un futuro migliore. Il caso del centro Mediterranean Hope di Scicli

 VIOLENZE E SOPRUSI AL CARA DI MINEO. IN TUTTA ITALIA CENTRI SEMPRE PIU’ INACCESSIBILI ALLE ASSOCIAZIONI

Al Cara di Mineo si registrano ancora casi gravissimi di violenza ed abusi. Nella totale inconsapevolezza e indifferenza della mega struttura, che conta più di 300 operatori e “ospita” quasi 4.000 migranti, una donna nigeriana viene sequestrata, picchiata e violentata da un connazionale, riuscendo a denunciare il fatto solo dopo ben tre mesi.
In tutto il territorio italiano intanto, rimane difficile, se non impossibile, l’accesso da parte di associazioni e gruppi di attivisti all’interno delle più grandi strutture di accoglienza. I centri dell’agrigentino rifiutano l’accesso ad associazioni ed attivisti. In tutta Italia, delegazioni di cittadini autorizzati dalla Prefettura, vedono il loro permesso di ingresso revocato all’ultimo minuto, al CIE di Bari, o concesso solo ad una parte dei propri componenti, al CIE e Cara di Pian Del Lago. Intanto continua l’attività dell’associazione Class Action Parlamentare, che dal 2009 si muove sul piano legale per denunciare violazioni dei diritti umani, frodi, e inadeguatezza delle strutture.

ANCORA SBARCHI A LAMPEDUSA E NELLA SICILIA ORIENTALE. A MESSINA IL BILANCIO DI UN ANNO DIFFICILE PER LA PRIMA ACCOGLIENZA

Continuano gli sbarchi anche con le condizioni avverse di gennaio. A metà mese sono arrivate ben 260 persone a Pozzallo, subito trasferite fuori dalla Sicilia, mentre il 17 gennaio altri 354 migranti sono sbarcati ad Augusta. Alcuni immigrati sono arrivati anche a Lampedusa, dove regna la confusione sulla riapertura del centro di prima accoglienza e sulle modalità di trasferimento dei profughi lì approdati. 
La città di Messina intanto ha visto susseguirsi dal gennaio 2014 ad oggi, aperture e chiusure dei centri destinati alla prima accoglienza, secondo le solite logiche emergenziali. Ora, mentre nuovi bandi assegnano la gestione di strutture con centinaia di posti, i migranti rimangono al gelo nella tendopoli del PalaNebiolo, mentre un gruppo di minori alloggia all’ex Ipab Scandurra

OSSERVATORIO RAZZISMO E XENOFOBIA:ESPOSTI E RACCOLTA FIRME CONTRO L’ACCOGLIENZA. IL CASO DI AUGUSTA

Mancanza di fiducia nelle istituzioni,dissesti finanziari dei comuni, crisi e disoccupazione: ancora una volta il malcontento dei cittadini si scarica sui migranti. Succede nella città di Augusta, dove un comitato di cittadini indice una raccolta firme per opporsi all’apertura di un nuovo centro di accoglienza per profughi.Si sostiene che nell’emergenza, lo spazio e le risorse per i migranti devono e possono aspettare.

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