lunedì 28 dicembre 2015

Arrivati 931 migranti a Palermo, oltre 200 i minori

Sono arrivati a bordo del mercantile norvegese Siem Pilot attraccato nel porto di Palermo intorno alle 8 i 931 migranti soccorsi nei giorni scorsi dalle navi della Marina militare al largo della Libia. Sono stati accolti dai medici dell'Asp di Palermo, dai volontari della Croce Rossa e della Caritas Diocesana, coordinati dalla Prefettura. Si tratta di 841 uomini di cui 136 marocchini, un tunisino, un egiziano e altri africani: 64 sono donne, 2 incinte e 26 minori accompagnati. Al molo anche numerosi poliziotti della squadra mobile per identificare gli scafisti. 

I migranti provengono da quattro diversi salvataggi e verranno distribuiti su tutto il territorio nazionale e pochi di loro rimarranno in Sicilia. Le operazioni di soccorso sono gestite dalla Prefettura con il personale della Croce rossa, della Protezione civile regionale e nazionale. As assicurare la prima assistenza 53 tra medici, infermieri e mediatori culturali, che fanno lo screening sui profughi, dell'Asp di Palermo. Al molo Levante sono presenti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. Fin da ieri le Curie arcivescovili di Palermo e Monreale hanno dato massima disponibilità all'accoglienza. La Caritas, dopo avere offerto un servizio di prima accoglienza con la somministrazione di latte e the caldo, biscotti, acqua, frutta e panini imbottiti, ha messo a disposizione due strutture di accoglienza di Falsomiele e Giacalone per ospitare 150 migranti, e la mensa San Carlo di piazza Rivoluzione. Per i bisogni dei migranti andranno devoluti anche 2.500 euro raccolti domenica sera in Cattedrale durante la messa della Santa Famiglia alla quale hanno partecipato oltre duemila fedeli.
«Sono piccole cose che testimoniano l’accoglienza della Chiesa di Palermo verso questi nostri fratelli – ha detto l’arcivescovo –. Questa è la strada che bisogna percorrere perché il mondo ha bisogno di cura e di accoglienza. La mia presenza qui è semplice come lo è il Vangelo che sottolinea che Dio ama tutti e in particolare ama chi è segnato dalla fatica della vita. La presenza qui di tanto personale civile e militare - ha aggiunto - fa di Palermo la capitale del Mediterraneo come incontro di popoli. La via dell'accoglienza della città di Palermo è un messaggio per tutta l'Europa e il mondo. L'importante è la cultura di prendersi cura dell'altro che deve diffondersi in tutto il mondo. È bello che si sappia che Palermo ha tutte queste potenzialità e questa grandezza d’animo che deve venire sempre fuori. Penso  - ha concluso che tutta la nostra Sicilia debba essere un ponte per tutta l’Europa perché diventi accogliente».
Per il sindaco Leoluca Orlando «la nuova normativa europea sull'identificazione, già di per sé molto discutibile sul piano giuridico e umanitario, rischia di provocare un inaccettabile allungamento dei tempi di permanenza sulle banchine. Anche per questo ho ringraziato il ministro Alfano, che accogliendo una mia esplicita richiesta ha disposto che i migranti fossero identificati subito a Palermo con le procedure tradizionali, mentre quelle nuove, certamente più lunghe e complesse, saranno messe in atto nei luoghi di destinazione finale». Sul molo anche l'assessore alla Cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, oltre agli operatori dei servizi sociali e della protezione civile del Comune, cui spetta il compito dell'eventuale presa in carico dei minori stranieri non accompagnati. Fino a ora sono 203 i minori giunti.
«In alcuni casi - spiega l'assessore Ciulla -, in raccordo anche con la magistratura, le ambasciate e autorità consolari di altri paesi dell'Europa, verificheremo le possibilità di ricongiungimento con i familiari già presenti nel territorio dell'Unione. In ogni caso garantiremo assistenza e sistemazione a questi minori, che si aggiungono agli altri 150 di cui ci stiamo prendendo cura». Per il presidente della Consulta delle Culture, Adham Darawsha, «Palermo si conferma la città dell'accoglienza e dei diritti degli immigrati. Ribadiamo, tuttavia, che il Comune non può essere lasciato da solo».