mercoledì 13 maggio 2015

«Picchiati con l'elettricità», il caso Pozzallo a Bruxelles


Interrogazione di Spinelli sulle presunte violenze polizia
Meridionews - Salvo Catalano 13 Maggio 2015
Lo scorso aprile MeridioNews ha raccolto il racconto di un gruppo di siriani e palestinesi che denunciavano di essere stati picchiati con la corrente elettrica dentro il centro di prima accoglienza ragusano. Oggi alcuni eurodeputati chiedono chiarimenti alla Commissione europea. E spunta un volantino multilingue che la polizia avrebbe dato ai migranti
«Picchiati con la corrente elettrica». 
Era il 24 aprile quando MeridioNews raccoglieva la denuncia di un gruppo di migranti siriani e palestinesi rinchiusi da giorni dentro il centro di prima accoglienza di Pozzallo. Non avevano intenzione di rilasciare le impronte digitali perché il loro progetto di vita non era in Italia, ma all'estero. Per convincerli la polizia avrebbe usato la violenza. Questo racconto finisce adesso all'attenzione della Commissione europea. La deputata Barbara Spinelli, eletta con la lista Tispras e ieri passata al gruppo Sinistra Unitaria Europea-Ngl, ha presentato un'interrogazione parlamentare, firmata anche dai colleghi Elly Schlein, Laura Ferrara, Ignazio Corrao, Eleonora Forenza e Curzio Maltese.
Gli eurodeputati chiedono chiarimenti sulle violenze subite da numerosi richiedenti asilo nei centri di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa e Pozzallo. «Con particolare riferimento al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo - si legge nell'interrogazione - fonti diverse e concordanti documentano l’uso illegittimo della forza per costringere i migranti, anche minori, all’identificazione attraverso il prelievo delle impronte digitali in violazione delle salvaguardie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. Vari cittadini stranieri, anche minori, hanno dichiarato di aver subito percosse con manganelli elettrici».
Il 20 aprile, 113 migranti, quasi tutti siriani e palestinesi, salvati nelle acque del Mediterraneo da uno yatch battente bandiera turca, arrivano al centro di prima accoglienza di Pozzallo. Qui rimangono per giorni, ostinati nel non volersi fare identificare. Mettono in atto anche uno sciopero della fame. Lasciare le impronte digitali significherebbe avviare la richiesta di asilo in Italia, perché il trattato europeo di Dublino impone che la protezione venga chiesta nel Paese di primo approdo. Il 24 aprile l'attivista marocchina Nawal Soufi, impegnata da anni nell'accoglienza dei migranti nella Sicilia sud orientale e in particolare a Catania, raggiunge il cpa. Riesce a superare un primo recinto e ad avvicinarsi alla struttura. Dall'interno si sentono urla in arabo e voci di bambini. «Ci picchiano con la corrente elettrica», è la denuncia che Soufi registra in un video. Traduzione confermata anche da altri interpreti a cui sono state sottoposte le immagini. 

La visita dell'attivista genera ulteriore confusione nel centro e un gruppo di migranti riesce a uscire. Prima di andare via in taxi, si fermano a parlare con la stessa Soufi e con i pochi giornalisti presenti all'esterno della struttura, tra cui una troupe americana della televisione Al Jazeera. Ribadiscono quanto urlato dall'interno della struttura, cioè che sarebbero stati picchiati, anche con la corrente elettrica. 
Mostrano anche un volantino - che Meridio adesso riesce a pubblicare - in cui, in diverse lingue, è scritto: «I migranti che fanno ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano, anche se soccorsi in mare, devono essere identificati mediante l'acquisizione delle generalità e del fotosegnalamento [...]. Il fotosegnalamento sarà effettuato dalla polizia e consiste nell'acquisizione delle fotografie del volto e delle impronte digitali delle dita della mano». Per poi concludersi con la parte più controversa: « In ogni caso la polizia procederà all'acquisizione delle foto e delle impronte digitali, anche con l'uso della forza se necessario». Il volantino è stato consegnato da alcuni migranti usciti dal Cpa; è scritto su carta semplice, senza nessun timbro o intestazione. Secondo gli stessi migranti sarebbe stata la stessa polizia a farlo girare all'interno del centro.