martedì 10 maggio 2016

Palermo: la protesta dei gambiani respinti


Foto di Alberto Biondo

Che il sistema è fallimentare, che non c'è un’attenta e seria programmazione, che non si investe sulle persone, lo denunciamo da anni, come da anni denunciamo le prassi illegittime che continuano ad essere messe in atto. E a pagare le conseguenze sono in tanti; come i circa 30 migranti che dopo 5 mesi di attesa, stanchi di aspettare una risposta da parte della Prefettura di Palermo, hanno protestato per avere diritto all'accoglienza.

30 ragazzi, provenienti per la maggior parte dal Gambia, sono arrivati più di 5 mesi fa (tra ottobre e novembre 2015)  a Lampedusa, poi trasferiti ad Agrigento dove sono stati respinti e soltanto grazie ad alcune associazioni di volontariato hanno avuto modo di richiedere protezione internazionale. Oggi sono in attesa di un posto in accoglienza, al momento negato dalle istituzioni, ma che invece i privati con mille difficoltà offrono. Questi ragazzi dormono da mesi presso la “missione speranza e carità”, dove tuttavia le condizioni di accoglienza sono precarie, visto che la missione ad oggi ospita circa 700 persone.
Foto di Alberto Biondo
Siamo arrivati in Italia lasciando situazioni problematiche e di guerra. Pensavamo di trovare un paese in cui i nostri diritti umani fossero garantiti. Ma da quando abbiamo messo piede nel territorio italiano abbiamo dovuto affrontare grandi difficoltà…vorremmo costruire il nostro futuro e invece siamo qui e non possiamo far niente perché ancora non ci viene riconosciuto lo stato di richiedenti asilo. Pensavo di avere un futuro migliore in Italia e invece non è così».
La prefettura del capoluogo siciliano lamenta grandi difficoltà, in quanto alcune strutture di accoglienza sono state chiuse per problemi economici degli enti gestori, carenze strutturali o per revoca della convenzione a causa di comportamenti non idonei di alcune cooperative, con il risultato che i posti in accoglienza sono scesi a 430 circa, a fronte di una capienza recettiva quasi del doppio prevista dal bando di gara, che peraltro è stato recentemente revocato. Il risultato è quello del blocco dell'accoglienza visto che tutti i (pochi) posti sono occupati. Probabilmente l’unico ente che era rimasto in gara (il Sol.co. con la relativa Associazione Temporanea di Imprese) presenterà ricorso contro la revoca del bando, con conseguente ulteriore perdita di tempo. Nelle more dei tempi burocratici, quasi sicuramente per mesi si andrà avanti con gli attuali posti gestiti in proroga e in presenza di arrivi al porto si potranno aprire posti in emergenza o si chiederà alla Caritas di far fronte all'incapacità di programmare.
Foto di Alberto Biondo
A pagare oggi sono i 30 Gambiani a Palermo, ma anche i ragazzi che a Trapani hanno perso, per vari motivi, il diritto all’accoglienza e che sono in protesta, non sempre in maniera del tutto pacifica come a Palermo o Lampedusa, perché gli animi sono esasperati e si sta tirando troppo la corda.
Alberto Biondo
Borderline Sicilia Onlus