giovedì 18 luglio 2013

Una giornata con Emergency

Uno dei tanti paradossi della città di Palermo, città in cui non c’è un centro istituzionale per i rifugiati, città in cui non c’è un progetto Sprar attivo, una città che ha tanti migranti più o meno nascosti, ma una città in cui la risposta sanitaria per i migranti è davvero rispondente alla richiesta ed alla esigenze dell’utenza anche palermitana “povera”.
Questo risultato si è ottenuto grazie a medici interessati ed attenti ma anche e soprattutto all’azione del poliambulatorio di Emergency.
Abbiamo trascoro una giornata in compagnia degli operatori e dei volontari del centro di via La Loggia a Palermo, occasione per avere qualche informazione interessante per il nostro lavoro di monitoraggio.

Un dato che conferma quello che avevamo scritto qualche mese fa è che l’utenza di Emergency in questi mesi del 2013 non è cambiata molto, soprattutto non è aumentata dopo la chiusura dei centri emergenza nord africa; un dato che conferma che i migranti che hanno dovuto lasciare i centri e ricevuto il bonus di 500 euro sono andati via dalla Sicilia (qualcuno si sarà fermato nelle campagne) in cerca di un lavoro o di una situazione più stabile soprattutto fuori dai confini nazionali (il risultato del governo è stato raggiunto………..avere meno gatte da pelare).

Ma nessuno ha pensato forse che questi fratelli/sorelle dovranno tornare per i rinnovi dei permessi se non prima come in alcuni casi, vengono rispediti indietro dalle altre nazioni europee, con conseguenze ancora più drammatiche per i migranti che devono ricominciare da capo…..cercare un tetto dove dormire, cibo per sfamarsi ecc… tanto le istituazioni hanno già dimenticato questi migranti!

Un problema grande che gli operatori di emergency riscontrano giornalemente sono le difficoltà che hanno paradossalmente i richiedenti asilo che ricevono un permesso. Questi hanno la possibilità di accedere al Servizio Sanitario Nazionale, hanno diritto al medico di base, ma uscendo dai centri con un permesso dopo tanto tempo per le lungaggini burocratiche, non hanno la possibilità di pagare un ticket, quindi nella maggior parte dei casi non si fanno curare oppure scelgono il fai da te con conseguenze sulla salute disastrosi.

Tanti migranti arrivano ad emergency non solo da Palermo e non solo migranti (palermitani indigenti ormai frequentano abitualmente l’ambulatorio), ma anche dalle altre città siciliane soprattutto da Agrigento e Trapani, visto che queste città sono sprovviste di adeguati ambulatori per migranti e quindi non resta altro che farsi un viaggio dispendioso per i pochi contanti a disposizione, per farsi curare.
Ma non solo, la crisi economica colpisce molti e non solo il sud, e un fenomeno diffuso è un ritorno in Sicilia di una parte di migranti, che perdono il lavoro, perché la vita nella nostra terra è meno cara e perché ci sono possibilità come la solidarietà fra migranti e la possibilità di avere un supporto sanitario (appunto emergency e ambulatori migranti di Palermo) che in altre città del nord non troverebbero!

Una buona parte di minori accompagnati arrivati con gli ultimi sbarchi sono passati da emergency per la prima valutazione sanitaria (anche qui arrivati non solo dalle comunità per minori di Palermo ma anche Agrigento e Trapani) e spesso e volentieri gli operatori dell’ambulatorio si sostituiscono agli operatori per un corretto orientamento ai servizi non solo sanitari

Le patologie più ricorrenti per i migranti sono di due tipologie:
-    Osteoarticolari dovuti ai lavori pesanti (edilizia – agricoltura), ma anche alla necessità di non fermarsi quando si sta male per non perdere la paga giornaliera o ancora peggio perdere il lavoro.
-    Problemi di disadattamento e mancanza dei punti di riferimento che sfociano in problemi di natura psicologica.

A tal proposito emergency si è prodigata per avere un ambulatorio di psicologia, ma le necissità da questo punto di vista sono tante (spesso anche problemi di natura psichiatrica); per questo le problematiche da affrontare sono molteplici, per cominciare le istituzioni non sono preparate per affrontare questo problema (medici volenterosi dell’Asp stanno cercando di mettere su un servizio adatto a questa problematica) e inoltre i migranti (come tanti palermitani) non hanno la consapevolezza della patologia mentale o psicologica.
Per i problemi psichiatrici, gli operatori di emergency, che non possono rispondere a questi problemi, cercano di fare un accompagnamento ed orientamento ai servizi territoriali (anche perché determinati farmaci vengono distribuiti soltanto dalle strutture ospedaliere)

Un altro paradosso è che all’ambulatorio di emergency accedono per lo più migranti senza nessun documento, ma anche migranti che avrebbero i requisiti per richiedere asilo politico….non lo hanno richiesto perché nessun operatore (centri – CARA ecc…) ha fatto il proprio dovere di informare adeguatamente sui diritti che ogni migrante possiede (è molto più agevole non perdere tempo e levarsi dalle scatole un migrante che chiede info dicendo che non ha più possibilità).

La giornata trascorre veloce, una visita dopo l’altra, accompagnamenti e indicazoni sempre con il massimo rispetto per la persona che ogni medico operatore volontario ha di fronte. Presso emergency il migrante è trattato come una persona e forse per questo che i volti nonostante i dolori sono rilassati e sorridenti.

Prossimamente contiamo di incontrare nuovamente gli operatori per discutere anche delle altre città e come si muove emergency per migliorare la salute dei migranti (per esempio i polibus, postazioni sanitarie mobili importantissimi per curare le patologie dei migranti che lavoraro nelle campagne italiane).

Alberto Biondo per Borderline Sicilia