martedì 20 agosto 2013

Cronaca dell’ultimo arrivo via mare sulle coste catanesi. Alcune riflessioni sulla sorte dei Siriani e degli Egiziani

Ieri mattina l’ennesimo barcone con a bordo un centinaio di migranti è stato avvistato e soccorso congiuntamente dalla Capitaneria di Porto e dalla Guardia Costiera a largo di Acicastello ( CT). I migranti trasbordati su un mercantile sono stati condotti presso il porto di Catania dove sono iniziate le procedure sanitarie e quelle di identificazione. Sarebbero circa un centinaio, provenienti da Siria e Egitto. Presenti diversi nuclei familiari con numerosissimi minori. Ancora in corso le procedure di accertamento dei  sedicenti minori non accompagnati.

I migranti starebbero collaborando alle procedure di identificazione, nonostante alcune ritrosie manifestate anche in quest’occasione da parte dei Siriani, per i quali è forte il desiderio di raggiungere i propri famigliari residenti in diversi Paesi europei, nonostante le restrizioni imposte dal trattato di Dublino che prevede il ricongiungimento familiare all’estero solo dopo il perfezionamento delle procedure di asilo. In Italia, ed in primo luogo in Sicilia, i tempi del riconoscimento della protezione internazionale sono lunghissimi (non vengono mai rispettati quelli imposti per legge), costringendo i migranti a permanere sul territorio in un sistema di accoglienza che non garantisce loro percorsi di inclusione sociale, apprendimento della lingua italiana, né tantomeno un inserimento lavorativo. I migranti sono costretti a rimanere in un limbo per mesi, in quanto il Trattato di Dublino dispone che la domanda di asilo venga presentata nel primo Stato di arrivo in Europa. Molti migranti cercano perciò di raggiungere il Paese di destinazione senza essere identificati in Italia in modo da potere accedere ai percorsi di riconoscimento e accoglienza in Stati in cui i servizi funzionano, le procedure sono tempestive, oltre che per potere ricostruire a propria esistenza nell’ambito del proprio nucleo familiare.
Fin dalle prime ore dell’arrivo via mare erano presenti anche gli operatori del progetto Praesidium,  in particolare  di Save The Children dato l’alto numero di minori che, dopo le operazioni di rito terminate alle 23, sono stati collocati in apposite strutture sul territorio. Anche l’OIM ha avuto modo di monitorare la situazione soprattutto degli Egiziani,  nonostante inizialmente gli  era stato negato l’accesso.
Forti preoccupazioni infatti riguardano il futuro dei migranti egiziani, i quali grazie agli accordi di rimpatrio tra Italia e Egitto, venivano rimpatriati non appena identificati, non sempre nel rispetto delle procedure di legge. Ma oggi la drammatica situazione politica e sociale che sta attraversando l’Egitto impone degli interrogativi circa la validità degli accordi bilaterali vigenti con paesi stranieri nei quali non viene garantito il rispetto  dei diritti umani. Sono del 16 Agosto le parole del Ministro degli Esteri Emma Bonino che esprime preoccupazione per i gravissimi fatti verificatisi in queste settimane in Egitto.

All’arrivo in porto, alcuni migranti che parlano l’italiano hanno riferito di esser partiti da Alessandria d’Egitto ed essere stati in navigazione per 7 giorni. Guarda le riprese dell’arrivo in porto a Catania
Un via-vai  continuo di autoambulanze della Croce Rossa e della Misericordia ha condotto alcuni migranti presso le strutture ospedaliere della città (ospedali Cannizzaro, Vittorio Emanuele, Garibaldi Nuovo e Santo Bambino). La direttrice del Servizio di Emergenza Sanitaria (118) di Catania, dott.ssa Bartoli, ci ha riferito che in collaborazione con la Prefettura e l’Unità di Sanità Marittima ha effettuato i controlli sanitari, riscontrando 13 casi (tra i quali 2 minori) necessitanti l’ospedalizzazione per ragioni legate alla difficile traversata e alle operazioni di soccorso. Alcuni migranti si trovavano in stato di ipotermia, altri in stato di incoscienza, altri ancora disidratati. Era presente anche una donna in avanzato stato di gravidanza.
Mentre le identificazioni erano ancora in corso, un pulman della Sol.Co è uscito fuori dalla struttura portuale con a bordo una ventina  di migranti. Si tratta dei primi nuclei famigliari trasferiti presso il Cara di Mineo, dove erano stati trasferiti anche i migranti sbarcati lo scorso 10 agosto, questi ultimi a quanto sembra allontanatisi dalla struttura all’indomani del loro trasferimento. Altri 6 migranti sono stati trasferiti su due automobili della Guardia di Finanza e da agenti di Polizia in borghese.  A fine giornata sono 44 i migranti collocati presso il Cara di Mineo.


La Redazione di Borderline Sicilia Onlus