sabato 12 ottobre 2013

Strage di Lampedusa: familiari beffati dalle istituzioni. Sale il numero dei morti del naufragio di ieri

Il sistema di accoglienza e supporto, messo in piedi dal comune di Lampedusa in coordinamento con i Carabinieri, la Caritas, l’Associazione Askavusa, la Parrocchia e tutta la comunità lampedusana in favore dei parenti eritrei delle vittime del naufragio del 3 ottobre scorso, avrebbe continuato a garantire nei giorni a venire alloggi e pasti gratuiti e l’accompagnamento nelle varie tappe del drammatico iter di riconoscimento delle salme e destinazione della sepoltura. Ma la Prefettura ha deciso, a quanto pare, di gestire autonomamente la faccenda, predisponendo il trasferimento delle salme ad Agrigento. Attualmente una nave militare è infatti ormeggiata al molo commerciale dell’isola dove una gru sta imbarcando un centinaio di bare  da destinare al porto di Porto Empedocle, sebbene siano numerose le famiglie eritree già giunte sull’isola a spese proprie e le tante ancora attese nei prossimi giorni. Nonostante le diverse note diffuse dal sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini per chiedere un coinvolgimento da parte della Prefettura, il comune lamenta di essere stato abbandonato nella gestione di una situazione così delicata a supporto della quale, continua il sindaco, occorrerebbero uomini e mezzi della protezione civile. Nessuna unità di crisi, invece, è stata predisposta dalla Prefettura che non avrebbe coinvolto nella sua iniziativa neanche le altre istituzioni; i Carabinieri non sanno infatti nemmeno se continuerà a funzionare domani lo sportello aperto presso la propria caserma per le procedure di riconoscimento delle vittime. Nel frattempo, continuano ad arrivare in particolare dalla Germania e dalla Svizzera le famiglie dei dispersi che si trovano adesso senza chiare risposte da parte delle istituzioni. A riempire nuovamente l’hangar aeroportuale dell’isola, diventato orami un obitorio per corpi senza nome, giungono intanto i 21 cadaveri dell’ultimo naufragio avvenuto ieri sera in acque territoriali maltesi. Naufragio che avrebbe coinvolto molti più migranti di quanto finora annunciato se è vero che, come affermano alcuni superstiti (anche tra quelli portati in emergenza a Lampedusa), a bordo dell’imbarcazione vi erano circa 400 persone. I pochi superstiti trasferiti nella notte a Lampedusa intanto domandano informazioni sui loro parenti e amici di cui non hanno più notizie ; chiedono di sapere se sono vivi a Malta ed eventualmente come ricongiungersi ad essi.

La Redazione di Borderline Sicilia Onlus