mercoledì 12 agosto 2015

Tanta ipocrisia e confusione, una sola certezza: la morte - Palermo

Raccontare oggi di quello che accade in Sicilia intorno ai flussi migratori, è ancora più difficile e, sotto certi punti di vista, angosciante.


Intorno a noi fantasmi che vagano dentro l'inefficacia dei centri di “non” accoglienza, e morti che sbarcano dentro delle tavole di compensato che qualcuno continua a chiamare bare.


Dicevamo morti che non riusciamo più a contare vista la licenza di uccidere in mani ai nostri governanti, nazionali ed europei, usata senza nessuno scrupolo di coscienza, nei confronti di bambini donne e uomini di ogni età ed etnia.
I Morti sono l'unica certezza in un periodo storico in cui assistiamo ad un nuovo olocausto, che  non riusciamo a fermare, perché i politici, insieme ai potentati economici, hanno deciso che uccidere è la soluzione migliore: per gli affari, per il controllo delle frontiere, per la mano d’opera a basso costo, per seminare paura fra la popolazione, per alimentare intollerante e razzismo.





I Morti sono l'unica certezza, di fronte alla nostra incapacità di alzare la voce, di organizzarci dal basso per contrastare queste stragi quotidiane, di indignarci di fronte ai politici, che generano confusione ed emergenze per poter meglio gestire il business dell’immigrazione, e all’ipocrisia delle loro dichiarazioni di facciata fatte a giornalisti compiacenti.

Più di 2.400 morti nel 2015 (dati ufficiali che non coincidono di certo con il reale numero di vittime in mare). Gli ultimi sono arrivati a Palermo il 6 agosto. Sono 26 salme di cui 3 di 10,11 e 12 anni. Uno strazio vedere questi corpicini senza vita; uno strazio vedere i genitori distrutti da un immenso dolore, incapaci di dare una ragione al fatto di non aver salvato i propri figli. 




Al porto di Palermo si sono presentati in tantissimi tra giornalisti e politici, militari e rappresentanti diplomatici. Salme accolte da picchetti d'onore, e da politici che si mostrano commossi, che piangono lacrime di coccodrillo, ma che lasciano chiuse le porte del vecchio continente, che continuano a militarizzare le frontiere, che trovano in quei morti il capro espiatorio da dare in pasto all'opinione pubblica. Oltre alle salme, sono arrivati 360 migranti che continueranno il loro viaggio verso la Campania, la Lombardia e il Veneto.

Anche i politici palermitani erano presenti allo sbarco, a cominciare dal sindaco; ma neanche loro si interrogano sulle scelte portate avanti da un'amministrazione che non riesce a guardare oltre il proprio naso, un'amministrazione capace di stare accanto alle salme ed ai migranti al porto, ma che poi si dimentica delle persone, una volta spenti i riflettori. Anche questa volta le vittime della strage in mare rimangono senza una degna sepoltura. E non solo: i minori stranieri accompagnati vengono abbandonati al loro destino, il primo progetto Sprar della città fa acqua da tutte le parti perché il comune, in qualità di responsabile, non controlla adeguatamente e non mette a disposizione risorse adeguate e personale preparato, lasciando da soli i pochi operatori competenti. Le uniche buone prassi che possiamo segnalare in città sono il centro Astalli e il Cus. Per il resto i politici palermitani, molto presenti sui social network dove scrivono, piangono e gridano all'Europa assassina di cambiare atteggiamento, si dimenticano di trovare il budget per garantire i servizi di mediazione: tanta ipocrisia e confusione.

E' ammirevole vedere la prefetta presente agli sbarchi al porto di Palermo, ma è meno bello che alcuni bus per i trasferimenti arrivino dopo due ore dallo sbarco e vedere partire alcune persone senza vestiti, senza scarpe, addirittura in mutande (con i volontari della Caritas che fanno i salti mortali per coprire le voragini della macchina dell’accoglienza palermitana).
E' ammirevole vedere il questore di Palermo presenziare agli arrivi insieme ai suoi uomini, ma è meno bello l’atteggiamento poco garbato dei funzionari che non masticano una parola di inglese e pretendono che le persone appena sbarcate, reduci da vicende traumatizzanti, li riescano a comprendere; né è bello vedere accertare con superficialità la maggiore età ai ragazzini più cresciuti soltanto perché a Palermo non ci sono più posti nei centri per minori ; non è per niente bello, inoltre, che circa 80 maghrebini vengano trattenuti per 4 ore sotto il sole cocente, prima di farli salire su un bus con destinazione Ufficio immigrazione, per essere rispediti al mittente tramite dei voli ad hoc. E non sarebbe infine bello se si venisse a scoprire che per questi rimpatri non sono stati rispettate le normative di legge.

Insomma tante belle parole, ma la sostanza è fatta sempre di ingiustizia, inefficienza e violazione dei diritti umani, anche grazie alla confusione che regna tra i principali attori del sistema accoglienza: poca concertazione e poca programmazione.

Ma questa questo non avviene soltanto a Palermo …
 

Alberto Biondo
Borderline Sicilia